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Channel: orsomichele..

22 mesi

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Patato mio, che cresci, cresci e hai quasi due anni, che ormai mi sembrano fin pochi in confronto a te.. ogni tanto mi sembri così grande e ogni tanto così piccino: quando ti guardo un po' più da lontano a volte faccio fatica quasi a riconoscerti, a capire che sei proprio tu il mio bambino e quest'ondata di meraviglia e stupore credo ormai che non mi passerà più, unita ad una quantità infinita di gratitudine. Ogni giorno sono onorata di essere tua madre, anche se spesso capita di non sentirmi per niente all'altezza, ma da un lato ho imparato un po' a perdonarmi, dall'altro vedo la tua persona e la tua personalità sbocciare in maniera così prorompente che penso (e spero) che tu crescerai bene nonostante me, i miei errori e le mie mille cadute.
Ti voglio un bene infinito tartarughino mio!
Buon compimese (anche se con un pochetto di ritardo) tesoro nostro!

25 settimane

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Piccina, il tempo è volato e siamo già a 25 settimane. Tu ti fai sentire, talvolta in modo molto forte, e in quei momenti il tempo s'interrompe e diventa solo nostro. Io sono sempre l'unica porta di comunicazione col mondo: difficilmente qualcuno ha la pazienza di mettere le mani sulla pancia, aspettare che tu pian piano lo/la conosca e attendere un tuo segno. Ogni tanto questa cosa mi dispiace, a volte mi sembra che nessuno ti consideri solo perché non sei ancora visibile all'esterno. Ma tu ci sei, eccome se ci sei!!
Mi sorprende sempre la facilità con cui comunichi con tuo fratello: anche se lui non sta ad ascoltarti nè sentirti perché non ne ha la pazienza, tu gli rispondi sempre tempestivamente.. è meraviglioso!

Ma comuqnue è così.. rimani protetta ancora per un po', in fondo non mi dispiace avere il privilegio di poterti difendere dal mondo ancora per un po' con questa facilità, senza per forza dover ringhiare a tutti (chissà se stavolta avranno capito già o dovrò ripetere le performances?).
Sei la seconda, piccina, sicuramente sarai penalizzata nella quantità di tempo da dedicarti, nel senso che dovrai condividerlo molto (e anche epr tuo fratello sarà davvero un bello sforzo). Ma ti terrò sempre con me, ancor di più di quanto ho fatto col tarta, compenserò questa fatica con un maggior contatto, in modo che tu non ti senta mai in difetto di cura. Aspettiamo che tu nasca, stellina, di vederti e di abbracciarti.. ma intanto o mi godo ancora un po' d questa comunicazione esclusiva con te ^_^
Ti volgio bene piccina!!

ogni tanto sono un po' triste

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Ogni tanto sono un po' triste, ed è singolare che capiti proprio ora, che con Semi di Lino e Home Trippin' stiamo ingranando così bene, che è tutto un friccicorìo di nuove idee, relazioni, sotegno. Proprio ora che questa rete si sta fortificando e diventa ogni giorno più tangibile e presente, in ognuna delle meravigliose persone che la creano.
E' che all'opposto le cose in famiglie invece sembrano non andare avanti mai: tutto rimane sempre incacrenito nella stessa maniera, ogni tanto lo si tira fuori, ma poi ritorna ad occupare il suo spazietto, neppur minimamente scalfito.
Sarà la stanchezza, sarà il caldo, sarà che dovrei stare a riposo e davvero non so proprio come fare a starci.. non lo so.
Ma tutto rimane sempre innegabilmente uguale e io non riesco mai a fare nulla per migliorare la situazione, per quanto ci pensi e ci ripensi e ci provi.. niente. Le solite dinamiche si ripetono, sempre, all'infinito, e hai voglia a parlarne (voglia che tra l'altro ho sempre meno, vista l'inutilità della cosa). 
Si accettano suggerimenti.
 

2 anni

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Stellino mio, due anni fa sei uscito dalla mia pancia e tante cose di quei momenti avrei voluto cambiare, col senno di poi, tante attenzioni in più avrei voluto avere (ma ormai questo pensiero è una condizione perenne), perché avrei voluto fosse tutto perfetto, per te. E più ancora il pensiero va a questi ultimi mesi, in cui sono stata così assente e nervosa e ho tantato ahimé in continuazione i miei limiti. Mi dispiace e ti chiedo scusa di questo. Ma insieme alle scuse ti ringrazio: perché mi perdoni sempre (e subito) e perché mi costringi sempre e comunque a mettermi in crisi, a rivedermi, a ripensarmi. E questo è un dono immenso.
E ti ringrazio per te, per la persona stupenda che sei, ogni giorno diversa e ogni giorno più ricca.
Guardarti e vederti crescere è la cosa più bella e commovente che esista al mondo e il nostro amore per te cresce a dismisura di momento in momento.
Domenica abbiamo già festeggiato il tuo compleanno, e vedere i tuoi occhi densi di commozione ed emozione nello spegnere le candeline e nel sentirti cantare "tanti auguri" è stata un'esperienza intensissima..
Tartarughino nostro, siamo impegnati ad accompagnarti al meglio nel tuo percorso: purtroppo spesso sbagliamo e non ci riusciamo, ma continueremo a fare del nostro meglio e -soprattutto- ad amarti sempre ed infinitamente, qualsiasi cosa accada.

E' difficile riuscire ad esprimere tutta l'emozione che ho nel cuore, ma spero di riuscire a comunicartela comunque, in qualche modo, perché voglio che tu sappia sempre quanto sei speciale e quanto lo sei anche per noi!

Buon compleanno piccino nostro!!!

di 36 settimane e di questa gravidanza..

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Non sono riuscita a scrivere per molto tempo: le giornate piene e la fatica fisica e psichica hanno avuto grande preponderanza negli ultimi mesi.
Ora che sono quasi alla fine di questo percorso intrauterino mi trovo ad avere un corpo che implora pietà e spera con veemenza di tornare ad essere più gestibile nella quotidiana, ma al contempo una psiche man mano più serena, che inizia a tirare le fila di questo periodo.
La gravidanza tartesca mi ha rivoluzionata, al punto da pensare -molto ingenuamente- di "aver già dato", che non ci fossero più grosse cose da affrontare. Andavo avanti e non mi rendevo nemmeno conto di cosa invece stava succedendo: questa gravidanza mi ha messa vis-à-vis con i lati più difficili di me, con l'impazienza e la gestione emotiva così ardua, soprattutto quando si tratta di rabbia. A contatto con le mie peggiori paure su di me, a sfiorare il fondo tante volte, trovandomi invariabilmente a giudicarmi in maniera inflessibile e perfezionista, gettandomi in un mare di autoflagellazione senza tregua. 
Questo è quello che è successo, in questi lunghi mesi. Mi sono sentita cattiva, ingestibile, spaventosa, incoerente, una madre fallita, mi sono sentita spesso disperata e senza risorse.
Ora, passate le 36 settimane, mentre aspetto che la cangurina scelga di uscire fuori dalla mia pancia, pian piano mi ritrovo e lentamente imparo a perdonarmi, ad accogliermi, a prendermi cura di me.
E inizio ad intravedere una nuova consapevolezza, una nuova luce e finalmente un po' di pace.

Grazie cangurina mia per questo grande dono! Ti aspetto e non vedo l'ora di abbracciarti!!

La nostra danza

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Quanto ho atteso con estrema impazienza che venissi alla luce, piccola mia, e quel tempo non passava mai!
Anche tu probabilmente avresti voluto nascere prima, ma il tuo cordone ti teneva stretta stretta in un doppio giro al collo e a tracolla.. Ma insieme e con il prezioso sostegno di papà siamo riuscite a realizzare la nostra nascita indisturbata, tra le mura della nostra casa.
L'8 novembre, alle h 6,55, dopo una notte di lavoro in sinergia, sei venuta alla luce nella nostra cucina, sotto lo sguardo amorevole di papà e con la calda assistenza delle nostre preziose ostetriche. Il tuo fratellone ha capito subito che eri nata e ha chiesto alla nonna di salire a vedere. Il tempo di girarmi a prenderti ed eri già bella rosea, che respiravi delicatamente. Nessun pianto ha segnato il tuo ingresso nel mondo, solo gioia e delicatezza.
Abbiamo aspettato che nascesse la placenta, che hai lasciato dopo solo due giorni e mezzo e che papà e tartarugo hanno interrato stamattina (quale modo migliore per festeggiare il mio compleanno??), nel posto in giardino in cui la nonna pianterà il tuo albero di melograno.

Benvenuta amore mio: ti adoriamo tutti e ci  inebriamo di te!

i figli ed il cammino intenso di vita

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Latito un po' sul blog: la vita procede ad un ritmo serrato e le priorità spesso non vanno in questo senso..
La cangura si avvicina ai tre mesi, il tartarugo ai due anni e mezzo, la trasformazione in wonder woman è avvenuta e procediamo intensamente.
Sono sempre più convinta che siano i figli a far crescere noi genitori e non il contrario: loro mi rendono una persona migliore ogni giorno e ogni momento, con i loro bisogni, le loro paure, i loro momenti no.. poi si sommano i miei bisogni, le mie paure, i miei momenti no (e anche quelli paterni eh) e la consapevolezza che basta riuscire a trovare la disponibilità d'animo ed ascoltarli per avere in mano il cammino di crescita spirituale, emotivo ed umano più intenso a cui si possa ambire. Certo, essere in questa condizione mentale spesso non è facile, ma fa parte del percorso anche questo. E poi bisogna imparare a perdonarsi. 
Non so se e cosa si veda dall'esterno, ma io sento di essere cambiata molto: sto imparando a ragionare e comunicare in termini di bisogni, ho imparato a sforzarmi di trovare un barlume di pazienza quando di forze non ne ho più, a vedere che questo mi ridona forza e a perdonarmi e a scusarmi con i miei figli quando non ci riesco. Ho imparato che quello che mi sembra il peggio affronto poi in realtà ha un punto di vista completamente diverso, ho imparato che ci sono tempi fissi e tempi ballerini, che le giornate vanno anche un po' prese come vengono, che a volte -semplicemente- non è il momento giusto. Ho imparato soprattutto in maniera molto concreta che lo stare bene o male, lo spazientirmi o meno, l'essere nervosa/felice/triste o meno dipende esclusivamente da me e non da ciò che gli altri fanno o dicono.
Ogni tanto penso a quanto i miei figli mi stanno insegnando e a quanto poco riesco a restituire loro.. ma quando sento il tarta ringraziarmi o lo vedo portarmi una fetta di torta senza che nessuno gliel'abbia chiesto, quando inizia a fare le sue riflessioni sugli stati d'animo suoi e altrui, quando interroga lo zio sul fatto che mangi una mucca morta, quando dice a sua sorella che le vuole bene, e quando vedo la cangura sorridermi con tutta la luce pacifica che porta dentro di sè ed emana costantemente.. beh, penso che forse in qualcosa comunque ci ho azzeccato ;)


Sei mesi di Gura

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Mi ritaglio questa manciata di minuti per farti gli auguri, piccina nostra, per questi sei mesi volati così in fretta, mesi in cui tu solare e luminosa come sempre sei, ci hai regalato la meraviglia di te stessa e il sorriso nei momenti faticosi.
Tante cose sono passate: la gelosia del Tarta, il mio piede rotto, momenti a volte difficili e faticosi e ritmi turbinanti. Ma tu ci guardi, con i tuoi occhioni azzurri e ci illumini e ci rassereni.. così piccina hai già un carisma così grande!

E poi ti amiamo, ti amiamo tutti immensamente (sì sì, anche il Tarta, che anche se ti saccagna un po', ti cerca sempre)!
Tanti auguri tesoro!!!




Tre anni

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Patato mio, eccoci arrivati ad un'altra grande tappa: tre anni.
L'emozione è grande e guardarti, per come sei, per come cresci, mi incanta.
Certo, a volte i momenti sono proprio duri e faticosi e quanto vorrei riuscire ad essere con te come sono convinta che sia giusto, ma quanto -purtroppo- sono distante da quell'ideale, anche ridotto ai minimi termini. I miei limiti sono così grandi!! Eppure non mollo, tartarugo mio, continuo a sforzarmi, nella mia tremenda imperfezione, pur nella paura profonda di fare danni.
Tra poco inizierai la scuola: il primo distacco, un misto di paura e di emozione..
E poi tu, con il tuo vocabolario forbito manchevole di "r", con le tue modalità di dialogo a volte talmente serie da far sorridere (per vederle espresse da un funghetto di neanche un metro), con le tue sperimentazioni, i tuoi giochi, i tuoi voli pindarici, i tuoi mille amici immaginari dai nomi improbabili (a proposito: come sta Ftaco? è un po' che non ne parli..), con i primi approcci alle scelte alimentari (che la "canne" secondo me non hai mica ancora capito che cosa sia), con la tua caparbietà, il tuo far fruttare le mani, il tuo desiderio di aiutare e di fare, fare, fare.. e i tuoi strepiti e morsi quando ti attraversa il disagio, con le tue gelosie, e le tue coccole..
Sei così "tanto", colmo e sovrabbondante.. e ogni tanto intravedo in te l'uomo che sarai e sempre più mi sento onorata di essere tua madre.
Ti amiamo infinitamente tartarugo nostro!


ritornare, ripartire e continuare

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E' tanto che non passo di qui, il tempo mi attanaglia le caviglie e finisco per scegliere a volte i modi meno proficui per farlo. Ma la scrittura, quella per sè stessi, quella bisogna recuperarla in qualche modo.
Periodo intenso su tanti livelli: un Tarta ormai treenne che inizia la materna (con tutti i dubbi e le perplessità che accompagnano questo percorso scolastico), che necessita di stimoli nuovi, che mantiene una quotidianità molto impegnativa, nel suo essere così ricco e così fermo in sè stesso; una Gura intraprendentissima e determinata che si avvicina all'anno; un'associazione in procinto di ri-nascere in nuova veste, con nuove spinte e progetti sempre più ampi e concreti (e tutte le fatiche relazionali che si porta dietro da quella vecchia); le idee per il futuro, i progetti lavorativi, per ora purtroppo molto pensati e poco attuati, ma sempre lì, ad attendere il primo spazio libero.
Ci sono cose che tolgono tempo ed energie, ed è spesso difficile per me riuscire a non dare importanza, io che do sempre troppa importanza a tutto, e queste cose mi sfiancano e mi esauriscono.
Ma qui, ecco, un tentativo ci sta, di riappropriazione intendo, anche se non so bene come e in che direzione possa andare.
Ma -ecco- I'm back, o almeno spero :)

Acetilla, la pasta madre

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Sentendo un po' in giro vedo quanto sia difforme il mio utilizzo della pasta madre da quello che va per la maggiore.. Io sono una persona fondamentalmente pigra e smemorata, per cui, dovessi stare dietro alla pasta madre in maniera meticolosa, non mi sarebbe possibile usarla, così ho optato per un'opzione che semplifica di molto la vita: tengo la pasta madre liquida.
Questo fa sì che la pm in frigo ci possa restare tranquillamente anche due-tre settimane senza fare una piega (mi è capitato anche un mese), il rinfresco è super-veloce e il potere lievitante aumenta. Di contro potrebbe aumentare l'acidità, ma a me è capitato solo quando usavo il farro dicocco, ora che uso il monococco non mi capita più; se rimane tanto in frigo (più di una settimana) aumento il numero di rinfreschi prima dell'impasto ed è sufficiente.
Il giorno prima di fare pane (io la uso una volta alla settimana, più o meno) tiro fuori Acetilla, aggiungo acqua e farina (circa 200 gr di farina e acqua tiepida q.b. per tenerla liquida), mescolo e lascio lievitare la notte (a meno che non sia estate la metto in forno con la lampadina accesa). Lo stesso procedimento lo ripeto la mattina seguente e dopo pranzo aggiungo acqua e farina per arrivare al volume che mi serve e impasto. Prima di mettere altri ingredienti tolgo via un pezzo di impasto e lo metto via con acqua (deve coprire tutto il pezzo di pm e ancora un po'), tenendolo a lievitare un paio d'ore, poi lo metto in frigo.
Ormai io e la mia Acetilla panifichiamo da ben più di un anno, lei è bella attiva e abbiamo anche avuto modo di dare qualche figlioletta a qualcuno! :)

un luminoso anno di Gura

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E' volato, così in fretta che sembra quasi impossibile pensarlo, e toglie il fiato.
Un anno fa, dopo una notte di lavoro in simbiosi, nel calore della nostra cucina, alle prime luci del mattino, sei nata tu. Tu, così solare e al tempo stesso caparbia, così dolce e determinata, così buffa e intraprendente.
Un filo speciale ci lega, una sorta di simbiosi di sottofondo, nata da subito, dalle prime ore della gravidanza, per la quale parlarsi è un di più, perchè la comunicazione è istantanea e sottile.
E mi perdo e mi commuovo in te, nelle tue risa, nelle tue proteste a gran voce, nei tuoi potenti moti d'indipendenza, nei tuoi occhi cristallini, nei tuoi baci, nei tuoi discorsi, nelle tue continue arrampicate.
Buon compleanno luce mia, luce nostra, ti amiamo tutti profondamente!




Rape alla camomilla

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Una ricettina al volo, aromatica e coccolosa per i primi freddi :)

Lavare le rape (io ne ho fatte un kg), tagliare a cubetti, mettere a stufare con una tazza di infuso di camomilla. Verso fine cottura aggiungere un cucchiaio di malto, far caramlla re un pochino, spegnere e servire.


Il giorno dei miracoli

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Certe giornate partono così, con un qualcosa di sospeso, di cui non ti rendi conto fino a che l'inatteso si verifica. E quando questo succede, la tentazione prima è quella di pensarla una giornata particolarmente sfigata, ma -al solito- se guardi da un'altra angolazione la prospettiva cambia e scopri di aver vissutouno dei momenti più densi e fecondi degli ultimi tempi.
Dopo pranzo: porta del balcone sbattuta, dita della Gura nella cerniera, dito medio sottile due mm appena tirato fuori. Pianti, panico, "Tarta chiama nonna!"" nonnaaaaa -nonnaaaaaa-nonnaaaaaaaaaaaaaaaaa!!", suona il citofono, citofono cade, dito sotto l'acqua, prendi il ghiaccio, suona il citofono, citofono cade, manda a quel paese il citofono, prendi l'arnica, sale nonna, farfuglia spiegazioni, "come va sarà rotto la porto al Regina Margherita? hai messo il ghiaccio non ne vuole sapere però ora si è tranquillizzata guarda che l'ha mosso", scrivi a papà, monitora, guarda come sta il Tarta, "guarda che ha preso il mio dito con quella mano", telefona a papà.. piangi. Non so come, davvero, ma non solo il dito è salvo, ma non si vede quasi nulla. La parte più dura è affrontare i "sarebbe potuto succedere", che cerco con poco garbo di scacciare dalla mia mente.
In mezzo a tutto questo, il Tarta scende sotto con nonna, la Gura si addormenta dopo poco e io decido che, almeno questa volta, non la sposterò a dormire altrove per poter fare qualcosa, ma me la terrò in braccio tutto il tempo, fino a che non si sveglierà. E intanto, per un poco, continuo un paio di letture on-line e trovo questo.
Ho passato il primo anno e mezzo del Tarta in maniera che ora ricordo come piena e idillìaca (no, non dormivo; sì, aveva le coliche; sì, ho avuto le ragadi.. ma col senno di poi sono piccolezze), poi è arrivata la seconda gravidanza, che ho vissuto piena di sensi di colpa per il non poter godermela come avrei voluto e per non riuscire a essere col Tarta come prima. Ero stanca e nervosa (anche se profondamente felice e sempre in comunicazione simbiotica con la Gura) e preoccupata per il mio nuovo ruolo da bis-mamma. Poi è nata la Gura, e io pian piano ho ripreso forze, ma la stanchezza e l'apatia si sono presto ripresentate alle mie porte. Con in aggiunta qualche problemino relazionale mio con l'esterno e la gestione dell'associazione sono arrivata a luglio in completo sbrocco, fuori come una campana, completamente esaurita. Lentamente mi sono un po' ripresa, fino ad arrivare alla versione di me quasi flylady mood e con la costituzione ufficiale dell'associazione. Il mio modo di fare in casa sempre pessimo: urla a manciate, nervosismo dilagante, tete-à-tete distruttivi col Tarta, il tutto condito da una dose abnorme -ovviamente- di sensi di colpa, per la distanza devastanza tra la realtà contingente e l'"avrei dovuto".
Ma torniamo ad oggi. Leggo il post di cui sopra e.. ecco. Ecco cosa avevo dimenticato. Lo sapevo eh, io lo dico sempre che i figli ti insegnano a vivere nell'attimo presente, ma mica mi ricordavo il perchè. E ora guardalo lì, scritto nero su bianco, il promemoria fondamentale, la chiave di volta della genitorialità: basta divertirsi!
Ed ecco che si è riaccesa la luce nella mia testa, eccomi in presenza, finalmente, pronta a godermi fino in fondo questo secondo anno della Gura e il quarto del Tarta.
Mi manca solo un modo per superare i sensi di colpa per quel che è stato finora.. ma troverò il modo.
E ora vado a godermi un po' di sonno nel nostro lettone coslipparo, con il cuore luminoso e caldo.

Calendario dell'Avvento

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Il nostro calendario dell'Avvento è molto semplice, ma molto denso nei suoi significati.
Ho usato le mollette colorate dai bimbi durante Home-Trippin'; al Tarta non avevo rivelato il motivo per cui le stavano dipingendo, ho risposto alla sua richiesta di informazioni dicendo vagamente che "servono a mamma per una cosa": avevamo deciso infatti che sarebbe stato carino che il vero e proprio calendario lo avessimo fatto noi mamme.
Quindi stasera, nonostante il collo bloccato, mi sono messa con le mollettine a costruire il nostro semplicissimo calendario, appendendo le sorprese ad un nastro legato alla nostra libreria/dispensa/legnaia.
La mia annosa domanda è sempre stata: che ci metto dentro? Ho utilizzato allora l'idea suggeritami da mami e ho previsto un'attività speciale da fare insieme per ogni giorno; oltre a questo ho abbinato una tisana per ogni colazione (il tarta ultimamente va matto per la zuppa di tisana e biscotti)..

Mi ha davvero riempito il cuore fare questo calendario!









Calendario dell'avvento: cucire

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Come accennato sul post del calendario dell'Avvento, ogni giorno porta con sè un'attività da fare e una tisana da gustare insieme..
La frase della tisana di oggi è "Every flower has its own fragrance".
Attività di oggi è il cucire: tela aida e ago senza punta.. e via!





di scolarità, apprendimento e vita

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Ci sono percorsi che inizi un po' in sordina, che manco te ne accorgi. Tempo fa io "facevo" l'educatrice: costituente la seconda generazione in quest'ambito nella mia famiglia (mia madre è appassionata maestra elementare), ero arrivata  a costituire il perfetto modello di educatrice "alla S.O.S. tata", quella della severità rigida e della punizione "con gentilezza".
Poi arrivò il Tarta. Con lui iniziò il lento processo di disgregazione delle scempiaggini che fino a poco tempo prima proferivo con tanta convinzione (uno su tutti: cosleeping? orrore!). Ma La Scuola continuava ad avere per me quell'aspetto idealistico-vocazionale che fino ad allora mi aveva sempre contraddistinta. Poi la decisione di lasciare le supplenze al nido per stare a casa col tarta: nella mia esperienza avevo visto troppe cose che non quadravano nei nidi, e no, non potevo lasciarlo nel primo nido. E manco nel secondo. E qui iniziò la nostra esperienza di home-schooler, quando manco sapevo che esistesse questa parola. Mi ha sempre fatto divertire il fatto che il figlio di un'educatrice non andasse al nido, e questo contrasto l'ho sempre sentito foriero di un "qualcosa", che non sapevo ancora bene individuare.
Intanto mi sono messa a studiare: Kohn mi ha aperto la testa, Montessori mi ha entusiasmata e riempita di ammirazione, Juul mi ha dato suggerimenti e conferme. L'hanno scorso mi sono resa conto che di lì a poco avremmo dovuto pre-iscrivere il tarta alla materna: il maritozzo entusiasta all'idea, io per niente. Abbiamo chiesto un colloquio prima, ci sono sembrate maestre disponibili a collaborare in un certo senso, pareva che il bimbo e il suo benessere fosse il centro del lavoro. Vabbè, ci proviamo, speriamo. Facciamo le riunioni, cerco di fare buon viso a cattivo gioco, alla fine mi entusiasmo quasi: in fondo era il tarta a dire di voler andare, e avevo l'impressione che a casa si stufasse, avesse bisogno di altro. Lo accompagno, lui vive i primi tre giorni in maniera entusiasta: quasi manco mi fila, nonostante la sua naturale ritrosia nei consfronti degli sconosciuti ha voglia di andare ed è contento. Il quarto giorno è già un po' meno propenso, poi si ammala. Sta qualche giorno a casa e, quando rtorniamo a scuola, non mi molla più. Proviamo ancora per una settimana, ma lui non ne vuole sapere di lasciarmi tornare a casa: lì vuole stare con me. Intanto io sento frasi, vedo atteggiamenti, che proprio non condivido: "non piangere, fai l'ometto", "prima piangevi, ora hai smesso e sei di nuovo bravo", "stamattina siete stati più o meno, eh, ora siete stati bravi"... la sensazione del ricatto morale e del plagio è molto forte e mi sento a disagio. Inizio a sentire la fretta delle maestre affinchè il tarta si stacchi, mi mette ansia. Cerco comunque di essere positiva, di parlarne, di agevolare il più possibile. Ne parliamo, lui dice che è stufo. E ci penso. In fondo a casa ha più omeno gli stessi giochi, tutte le volte che lo porto o lo vado a prendere sono nel caos fracassosissimo del salone oppure seduti sulle sedie. Ettecredo che si stufa. A quel punto, però, un po' forzati dalle costrizioni delle regole della scuola dobbiamo prendere una decisione: le maestre mi dicono che "se lo voglio inserire" dobbiamo fare "come con tutti gli altri" (= farlo piangere), io rispondo loro che io non voglio proprio inserire nessuno, che se il tarta ha piacere di andarci ed è per lui una bella esperienza ci andrà, altrimenti no (maestra sconvolta: "ah."). Però capiamo: so come funziona la scuola e so che non posso pretendere cambi le regole per noi, quindi parliamo col tarta e gli spieghiamo quali sono le regole della scuola, che se ci vuole andare però non può farlo con noi, deve farlo da solo, altrimenti non ci andrà e farà altro. E lui decide: non ci vuole andare. Da quel momento è irremovibile e per un paio di mesi non ne vuole più neanche sentir parlare.
E io penso. Penso, penso a quanti alambiccamenti mi sono fatta sulla scuola, sull'opportunità di mandarlo o meno, quando bastava solo dargli fiducia e la possibilità di scegliere.
E siamo ripartiti, recuperando un po' della relazione che è stata un po' più traballante in quest'ultimo anno e mezzo (per la mia stanchezza, il mio nervosismo). Abbiamo ripreso Home-Trippin', in chiave più seria, più dedicata e poi gli incontri con Mamma VoliPindarici, sempre così strabordante di ricchezza interiore e mentale, che mi riempie di spunti e stimoli e mi apre nuove porte e punti di vista.
Vediamo dove ci porterà questo percorso, alla ricerca del giusto equilibrio tra impronta genitoriale e libera corsa filiale..

seconda domenica di Avvento

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Oggi è la seconda domenica di avvento e festeggiamo facendo esperimenti con l'aria calda



E mentre facciamo colazione, ci prepariamo a fare l'albero di Natale (visto che è anche l'8 dicembre). La frase di oggi è "strong desire needs strong will".



Una giornata di sentimenti misti: la gioia e l'attesa del Natale e la preoccupazione e la paura per Felipe, che ha proprio in questi giorni un brutto e potente tracollo fisico.. e vedere le renne che girano, girano, girano grazie all'aria calda delle candeline, non so perchè, in qualche modo è terapeutico, mi ributta nel concetto di ciclo.. e di continuum..

dell'anno passato e di identità

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Ieri sera stavo pensando a quest'anno che si sta chiudendo, a quello che è successo, alle emozioni che ho provato, e guardando indietro mi sono accorta che spesso si è trattato di sentimenti di inadeguatezza: non sentirmi all'altezza del mio compito di Madre da una parte e il sentirmi "solo" una mamma dall'altra, con l'esigenza viscerale di caratterizzarmi ai miei occhi e agli occhi del mondo anche per qualcosa d'altro.
Negli ultimi mesi ho sentito forte l'esigenza di rifocalizzarmi sui bimbi: la testa sempre altrove (vuoi all'associazione, vuoi alle dinamiche interpersonali con altri adulti, vuoi al pc...) dava il doppio risultato di rendermi isterica da un lato e dall'altro di vedermi passare la crescita dei miei figli sotto i miei occhi, ma senza che io me ne accorgessi. 

Questo post mi ha resettato il cervello e mi ha aiutato tantissimo a rifocalizzarmi sulla mia scelta. Perchè la mia è stata una scelta, consapevole e pensata. Ma mi stavo trasformando nella casalinga frustrata che tanto mi faceva paura diventare. Poi un altro post, ieri sera, ha aiutato ulteriormente ad approfondire la questione ed è stato lì che mi sono resaconto che era anche una questione di riconoscimento sociale.
E quindi in questo anno che tra poco si aprirà voglio che cambino le mie priorità mentali. Voglio essere orgogliosa della vita che ho scelto: perchè crescere dei bambini è davvero il mestiere più difficile, delicato e prezioso del mondo.
Buon nuovo anno a tutt*, che possiamo viverlo in serenità e pienezza, consapevoli che entrambe dipendono da noi!

  

4 anni

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Caro tartino mio,
sono già passati 4 anni dal giorno in cui sei venuto alla luce.. sei così grande!
Difficile a volte ricordarsi che sei piccino, nonostante tutto, portati dai tuoi ragionamenti filosofici e dalle tue mille storie sempre nuove (condite immancabilmente da qualche personaggio dal nome improbabile).
Io sto riemergendo, dopo un lungo periodo di fatica psicofisico, durato all'incirca due anni, e ricerco il contatto con te, per rimettere in sesto la connessione tra noi due, un po' allentata dietro l'irruenza della tua età e le mie stanchezze. Cerchiamo tutti un equilibrio: a volte è un po' più facile, spesso è faticoso e labile, ma confido nel fatto che, a furia di provarci, il punto di stabilità sarà sempre più vicino.
Intanto tu ti manifesti nelle tue peculiarità, nel tuo suonare qualsiasi cosa ti venga a tiro, nel dedicarti a qualsiasi attività di lavoro e fatica, nella propositività che tiri fuori con gli altri bimbi e la tua sempre sfrenata allegria. A volte non è semplice stare al tuo passo: serve una quantità di energia davvero non trascurabile, ma quando riesco per un momento a distaccarmi e alzare la testa sopra il quotidiano... beh vedo un bambino e futuro uomo meraviglioso, ti vedo rifulgere di tutte le tue tante luci interiori e ti contemplo.
Tesoro mio, a volte forse non ti è così palese, ma ti amiamo con tutto il cuore, in ogni singola tua declinazione!

Buon compleanno stellino!!


2 anni di Gura

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Questi due anni sono volati in una maniera pazzesca, non riesco a capacitarmi di come tu abbia quasi la stessa età che aveva tuo fratello quando sei nata tu...
Ripenso a questa giornata di due anni fa: ogni momento è scolpito nella mia mente e la gioia e l'avvolgente calore della tua nascita mi invadono subito, appena ritorno col pensiero a quei momenti.

E ora ti guardo fare lunghe spiegazioni di cui capiamo un terzo (per aiutarci spesso condisci con accurati suoni onomatopeici), arricciare il naso mentre rispondi con adulta serietà alla nostre domande, fare le mille cose che fai (tra cui immancabilmente infilarti le mutande al contrario) "da sola", bollarti in ogni modo nelle tue mille imprese temerarie. Sei un vulcano di gioia travolgente!
Buon compleanno mia patacchina splendida, grazie infinite di te, per il prezioso dono che tu sei per noi e di cui ogni giorno siamo onorati di godere!

Con infinito e profondo amore
la tua mamma



una nuova vita... 10 settimane di gravidanza

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Riesco a prendermi ora questo piccolo spazio per dedicarmi a te, tra le nausee che questa volta mi hanno davvero provata, insieme alle fatiche gestionali familiari, per cui il tuo papà mi sta dando una grossa mano.
Sei arrivat* inaspettat*, hai superato le barriere delle nostre paure ("noo, tre non ce la possiamo fare!""noooo, partorire di nuovo non ce la posso fare!!!") e ti sei palesat* nella mia pancia, ma prima ancora nello spirito, nella sensazione che stessi arrivando, come già successe per i tuoi fratelli. E sei stat* da subito un dono accolto con una gioia immensa, davvero un regalo.. lo sapevi che ti stavamo aspettando, nonostante tutto.
Ho avuto poco modo per stare in contatto consapevole con te in queste settimane: appena cercavo di farlo mi risaliva il nauseone, e forse semplicemente avevi bisogno di non essere troppo disturbat*, in una fase così delicata e intensa della tua crescita.
Ma io lo so (e sono sempre stata consapevole) che sei lì, protett* dalla tua sfera uterina, affiancat* dal grande lavoro della placenta, e so che la nostra comunicazione va avanti in maniera forte e potente, perchè appena chiudo gli occhi ti vedo.
Ho bisogno di protezione più che mai per te e per noi, non ho ancora voluto fare visite nè esami: aspetto di capire quale sarà la persona giusta per seguirci e accompagnarci nel tuo viaggio intrauterino e durante la tua nascita. Non ho fretta, non ho fretta di vedere, di sapere: io già so, ti sento e non voglio che nulla turbi questo percorso così delicato e prezioso.

37 settimane

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Ed eccoci ormai al termine di questa gravidanza, ad ultimare i preparativi per il parto, che da domani potrò partorire a casa.
Una gravidanza davvero speciale questa, che mi ha riportato tanto di me, tante cose che si erano perse per strada, che mi ha fatta rifiorire; latrice di promesse di nuovi equilibri, così cercati e faticosamente inseguiti sena mai grossi risultati. Non a caso -bimba mia- per te abbiamo scelto un nome che significa "pace": sei arrivata a sorpresa, mi hai accompagnata in un cammino altrettanto speciale e so già che la tua presenza è proprio il tassello che mancava alla noi, alla nostra famiglia.
Ci prepariamo al passaggio, alla trasformazione: tu sistemandoti al meglio e spingendoti coi piedini, io riflettendo ed elaborando le mie paure, le fatiche dei parti precedenti, in una prospettiva di totale accettazione di questo nuovo passaggio che sarà. Qualche timore rimane, ma so che quando inizieremo il processo che ti porterà ad entrare nel mondo questo sparirà e sono quasi pronta a levare l'ancora, ad entrare in quel portale di e tempo così "altrove" per riuscirne morta e rinata nuovamente, insieme a te.
Sono qui bimba mia, ti aspetto, con tutto l'amore che posso provare.



40 settimane

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Eccoci giunte alla data presunta del parto: oggi scoccano le 40 settimane. Ma qui nessuno si sente uno yogurth scaduto e ho imparato ad aspettare e ad avere fiducia.. so che nascerai quando sarà il momento giusto per noi, mi fido e mi affido completamente a te. Ti aspetto e cerco di godermi al meglio questi ultimi giorni con te ancora nella pancia, il sentirti muovere, a volte anche solo pochino, il cogliere ogni sfumatura di relazionale fisica e comunicativa tra noi. E intanto ascolto il mio corpo, scopro mille modalità preparatorie diverse, i ritmi che salgono, poi ridiscendono, poi si fermano, per poi riprendere, in questa strada di collina che stiamo percorrendo insieme. Spesso mi chiedo come inizierà la parte finale di questo cammino, quella più intensa, quella che mi permetterà finalmente di vederti, abbracciarti, stringerti a me (e permetterà anche al tuo papà e ai tuoi frementi fratelli di farlo): chissà se sarà una lenta salita, o se arriverà una rapida discesa improvvisa.. sono curiosa, e anche se un po' impaurita ora non mi sento più bloccata e desidero davvero passarci attraverso.
Ti aspetto e ti aspettiamo stellina, quando ti sentirai pronta, prenditi tutto il tempo che ti serve. Ho fiducia in te.

Parti, rinascite e ripartenze

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Il parto della Ghira è stato meraviglioso: solo io e mio marito ad accoglierla, in una fiducia completa in me, nel mio corpo e in lei. Un parto intenso e veloce, un po' come è il mio approccio al mondo. La piccina mi ha riportata a me stessa, e mi sento come appena uscita dal bozzolo, fenicemente rinata. Saranno i 35 anni, sarà un po' di tutto, ma sento di stare lasciando finalmente la vecchia vita, i vecchi ancoramenti, e mi avventuro in nuovo viaggio di scoperta. Per questo sento anche l'esigenza di chiudere con questo post questo blog, che mi ha accompagnata per tanto tempo, ma che ora non mi rappresenta più.
Grazie a chi ha camminato con me e grazie a questo percorso, da cui parto per un nuovo viaggio.

Da oggi mi troverete qui.

A presto e.. GRAZIE.


Sibia